Probabilmente fu per gratitudine inizialmente. ...
Quella che fu al tempo la mia Weight coach fece per me qualcosa di straordinario, mi indicò la strada da seguire per ritornare la persona che ero prima delle mie tre gravidanze, ma non solo, grazie ad un programma a 360° ho imparato COME non commettere più gli stessi errori.
Senza rinuncie, senza patire la fame, migliorando il mio stile di vita.
Di conseguenza io stessa ho deciso di fare lo stesso per altre persone. Per dovere morale? Anche, ma non solo! È sicuramente gratificante poter dire di aver contribuito a ridare il sorriso a qualcuno. Riuscire a fare a gli altri quello che venne fatto con me ed insegnare a mia volta a fare lo stesso. Più grande è il messaggio da diffondere e sempre maggiori persone servono per far si che il passaparola diventi virale.
"Fai per gli altri quello che volessi fosse fatto per te"
A me fu tesa una mano nel momento del bisogno e a mia volta ho deciso di fare lo stesso.
Se ne hai provate tante e nonostante questo non ti sei arreso, sei nel posto giusto!
Fatti guidare e sostenere, ti insegnerò a fare lo stesso per altri e credimi, diventerà anche per te il più grande successo della tua vita!
REALIZZA I TUOI SOGNI
ORA PUOI!
contattaci a questo indirizzo : coach4life@gmail.com
domenica 26 aprile 2015
Perchè decidere di entrare in questo Team
Io vivo più di te e meglio di te: mangio integrale
Poi invece i lavori scientifici si sommano gli uni agli altri e la
certezza scientifica si presenta con tutta la sua rivoluzionaria
potenza.
Le indicazioni nutrizionali che quindici o venti anni fa sembravano le proposte di qualche "pazzerellone" o di qualche scienziato un po' originale (se non fanatico) diventano oggi le inidcazioni delle società di medicina internazionali e l'evidenza statistica dei risultati è palese ed evidente.
Una ricerca pubblicata sul JAMA Internal Medicine nel marzo del 2015, elaborata da un gruppo di ricercatori della Harvard School of Medicine, della Albert Einstein University di New York e del Nutrition Department della Singapore University, ha consentito di affermare che l'uso di farine integrali e di cerali integrali (a confronto con le rispettive versioni raffinate) ha ridotto in modo significativo e rilevante la mortalità da tutte le le possibili cause e la mortalità da malattia cardiovascolare in un vasto campione di persone.
Per la mortalità da cancro si può leggere una tendenza verso la riduzione ma l'analisi statistica non raggiunge livelli di significatività.
Il campione di persone seguito è molto vasto e analizzato con rigore. Si tratta infatti di circa 75.000 donne del Nurses' Health Study, seguite per 26 anni (1984-2010), e di circa 45.000 uomini del Health Professionals Follow-up Study seguiti per 24 anni, tra il 1986 e il 2010.
Ogni 28 grammi di cereali integrali mangiati in un giorno (in confronto a 28 grammi di cereali o farine raffinati) produce un 5% in meno di mortalità per tutte le cause e un 9% in meno di mortalità cardiovascolare.
Se pensiamo all'uso della pasta bianca che viene fatto in Italia capiamo subito quale potrebbe essere il vantaggio derivante dalla semplice utilizzazione della pasta integrale.
Risultati sorprendenti e rilevanti che ci fanno, come sempre, porre domande rilevanti sul perché negli ospedali italiani la mensa preveda ancora pane bianco e pasta bianca, riso raffinato e altre ignominie anziché usare l'occasione della malattia per insegnare alla gente a usare gusti diversi, affiancando il momento alimentare a informazioni educative.
E un problema ancora più grande ci sembra esistere nella maggioranza delle scuole italiane, dove l'uso dell'integrale è spesso oggetto di derisione e di critiche alla direzione scolastica o ai servizi di catering.
Non nego che mi sia capitato di sentire dire e difendere concetti come "ai nostri bambini piace mangiare il pane bianco, non quelle robe lì...", indifferenti a qualsiasi spiegazione sulle motivazioni salutistiche che stimolano la scelta dell'integrale.
È stato un percorso lungo, e solo per completezza ci piace riportare i lavori sulla riduzione di mortalità legati alla prima colazione integrale, pubblicati ancora nel 2003 sul American Journal of Clinical Nutrition (concetti cari anche a me personalmente, ed espressi nella pubblicazione di "Colazione e Brunch per il Benessere" scritto insieme alla mia famiglia).
In particolare ritengo molto significativo il lavoro norvegese pubblicato nel 2007 sul American Journal of Clinica Nutrition in cui gli autori hanno rilevato su oltre 40.000 donne in menopausa seguite per 17 anni che l'utilizzo di cereali integrali avesse ridotto il rischio di mortalità per malattie infiammatorie di oltre il 40% (Jacobs DR Jr et al, Am J Clin Nutr. 2007 Jun;85(6):1606-14).
La spiegazione degli autori è che riducendo lo stress ossidativo grazie alla azione antinfiammatoria dei cereali integrali si possa intervenire efficacemente sulle malattie infiammatorie e sulle loro conseguenze (qui il link all'articolo intero originale).
Di certo non parliamo solo di mortalità, ma di malattia, di benessere e del modo in cui si vive... Vivere senza infiammazione e con una più lunga prospettiva di vita è un passo avanti di forte impatto sulla qualità della vita.
Dobbiamo essere critici verso coloro che tendono a rifiutare l'integrale o i semi oleosi per supposti motivi di salute. È stato chiarito che ad esempio i semi oleosi sono non solo accettabili, ma potenzialmente benefici anche nelle forme di diverticolosi croniche.
La buona notizia è che all'alimentazione integrale si può arrivare con gradualità.
Già chi comincia a inserire almeno un po' di integrale riceve dei vantaggi, che diventano molto più ampi quando l'integrale diventa dominante.
Il primo passo verso il cambiamento è l'impegno socialmente richiesto a tutti, e in fin dei conti, anche il solo primo passo porta già dei vantaggi che chiunque può vedere e misurare.
Le indicazioni nutrizionali che quindici o venti anni fa sembravano le proposte di qualche "pazzerellone" o di qualche scienziato un po' originale (se non fanatico) diventano oggi le inidcazioni delle società di medicina internazionali e l'evidenza statistica dei risultati è palese ed evidente.
Una ricerca pubblicata sul JAMA Internal Medicine nel marzo del 2015, elaborata da un gruppo di ricercatori della Harvard School of Medicine, della Albert Einstein University di New York e del Nutrition Department della Singapore University, ha consentito di affermare che l'uso di farine integrali e di cerali integrali (a confronto con le rispettive versioni raffinate) ha ridotto in modo significativo e rilevante la mortalità da tutte le le possibili cause e la mortalità da malattia cardiovascolare in un vasto campione di persone.
Per la mortalità da cancro si può leggere una tendenza verso la riduzione ma l'analisi statistica non raggiunge livelli di significatività.
Il campione di persone seguito è molto vasto e analizzato con rigore. Si tratta infatti di circa 75.000 donne del Nurses' Health Study, seguite per 26 anni (1984-2010), e di circa 45.000 uomini del Health Professionals Follow-up Study seguiti per 24 anni, tra il 1986 e il 2010.
Ogni 28 grammi di cereali integrali mangiati in un giorno (in confronto a 28 grammi di cereali o farine raffinati) produce un 5% in meno di mortalità per tutte le cause e un 9% in meno di mortalità cardiovascolare.
Se pensiamo all'uso della pasta bianca che viene fatto in Italia capiamo subito quale potrebbe essere il vantaggio derivante dalla semplice utilizzazione della pasta integrale.
Risultati sorprendenti e rilevanti che ci fanno, come sempre, porre domande rilevanti sul perché negli ospedali italiani la mensa preveda ancora pane bianco e pasta bianca, riso raffinato e altre ignominie anziché usare l'occasione della malattia per insegnare alla gente a usare gusti diversi, affiancando il momento alimentare a informazioni educative.
E un problema ancora più grande ci sembra esistere nella maggioranza delle scuole italiane, dove l'uso dell'integrale è spesso oggetto di derisione e di critiche alla direzione scolastica o ai servizi di catering.
Non nego che mi sia capitato di sentire dire e difendere concetti come "ai nostri bambini piace mangiare il pane bianco, non quelle robe lì...", indifferenti a qualsiasi spiegazione sulle motivazioni salutistiche che stimolano la scelta dell'integrale.
È stato un percorso lungo, e solo per completezza ci piace riportare i lavori sulla riduzione di mortalità legati alla prima colazione integrale, pubblicati ancora nel 2003 sul American Journal of Clinical Nutrition (concetti cari anche a me personalmente, ed espressi nella pubblicazione di "Colazione e Brunch per il Benessere" scritto insieme alla mia famiglia).
In particolare ritengo molto significativo il lavoro norvegese pubblicato nel 2007 sul American Journal of Clinica Nutrition in cui gli autori hanno rilevato su oltre 40.000 donne in menopausa seguite per 17 anni che l'utilizzo di cereali integrali avesse ridotto il rischio di mortalità per malattie infiammatorie di oltre il 40% (Jacobs DR Jr et al, Am J Clin Nutr. 2007 Jun;85(6):1606-14).
La spiegazione degli autori è che riducendo lo stress ossidativo grazie alla azione antinfiammatoria dei cereali integrali si possa intervenire efficacemente sulle malattie infiammatorie e sulle loro conseguenze (qui il link all'articolo intero originale).
Di certo non parliamo solo di mortalità, ma di malattia, di benessere e del modo in cui si vive... Vivere senza infiammazione e con una più lunga prospettiva di vita è un passo avanti di forte impatto sulla qualità della vita.
Dobbiamo essere critici verso coloro che tendono a rifiutare l'integrale o i semi oleosi per supposti motivi di salute. È stato chiarito che ad esempio i semi oleosi sono non solo accettabili, ma potenzialmente benefici anche nelle forme di diverticolosi croniche.
La buona notizia è che all'alimentazione integrale si può arrivare con gradualità.
Già chi comincia a inserire almeno un po' di integrale riceve dei vantaggi, che diventano molto più ampi quando l'integrale diventa dominante.
Il primo passo verso il cambiamento è l'impegno socialmente richiesto a tutti, e in fin dei conti, anche il solo primo passo porta già dei vantaggi che chiunque può vedere e misurare.
Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo Clinico
La curcuma delle meraviglie
Non molto tempo fa, Eurosalus si era sbilanciato affermando che si sarebbe sentito ancora parlare della curcuma e delle sue eccezionali proprietà.
A questa spezia indiana sono già riconosciute qualità di grande interesse sul piano medico. Da un lato la curcuma (Curcuma longa) ha dimostrato una profonda attività antinfiammatoria naturale e dall'altro proprietà antinfettive di estremo interesse (non dimentichiamo che la curcuma appartiene alla stessa famiglia dello zenzero). Già queste caratteristiche ne fanno un prodotto di spicco sul piano della modulazione naturale del sistema immunitario.
Lavori scientifici più approfonditi hanno dimostrato una sua attività sul piano antitumorale, con l'inibizione di un fattore di trascrizione (stiamo parlando di NF-KB) coinvolto nella patogenesi di molte neoplase e, più in generale, sul piano antidegenerativo riconoscendo a questo tubero un ruolo importante nella prevenzione di malattie come il morbo di Alzheimer e di Parkinson.
Come se non bastasse uno studio pubblicato nel 2008 su Psychopharmacology (Kulkarni SK et al, Psychopharmacology (Berl). 2008 Sep 3 epub ahead of print) ha dimostrato che questo tubero ha anche proprietà antidepressive. In particolare si è studiato l'effetto che i curcuminoidi (il principio attivo contenuto nella curcuma) svolgono sul sistema nervoso centrale nella regolazione di due importanti neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, coinvolti nella modulazione degli stati emotivi.
Per chi come Eurosalus ha sempre sostenuto un forte legame tra sistema immunitario e sistema nervoso non c'è nessuna sorpresa nel rilevare che una molecola naturale di grande importanza nel regolazione delle cellule immunitarie possa svolgere un ruolo rilevante nel riequilibrio degli stati emotivi.
Oltre a definire in modo rigoroso il meccanismo d'azione responsabile dell'attività antidepressiva della curcuma, non diverso da molti principi attivi farmacologici, questo studio è di estremo interesse nel valutare le possibilità offerte dall'integrazione della curcuma nelle terapie antidepressive classiche. L'azione dei curcuminoidi è pienamente sinergica a quella degli antidepressivi chimici e permette di ottenere una migliore modulazione della concentrazione di serotonina e dopamina.
Questo non fa che confermare le potenzialità offerte da una medicina integrata che sappia affiancare alle terapie classiche quelle naturali bilanciando le possibilità di ognuna di essere in base alle esigenze del malato.
L'ultima meraviglia della curcuma? Il suo costo! Questo tubero è infatti un ingrediente fondamentale del Curry, uno dei condimenti più usati nella cucina orientale e in particolare nella cucina indiana.
Ognuno quindi, con un po' di fantasia culinaria, può beneficiare delle proprietà medicali di questa spezia eccezionale.
A questa spezia indiana sono già riconosciute qualità di grande interesse sul piano medico. Da un lato la curcuma (Curcuma longa) ha dimostrato una profonda attività antinfiammatoria naturale e dall'altro proprietà antinfettive di estremo interesse (non dimentichiamo che la curcuma appartiene alla stessa famiglia dello zenzero). Già queste caratteristiche ne fanno un prodotto di spicco sul piano della modulazione naturale del sistema immunitario.
Lavori scientifici più approfonditi hanno dimostrato una sua attività sul piano antitumorale, con l'inibizione di un fattore di trascrizione (stiamo parlando di NF-KB) coinvolto nella patogenesi di molte neoplase e, più in generale, sul piano antidegenerativo riconoscendo a questo tubero un ruolo importante nella prevenzione di malattie come il morbo di Alzheimer e di Parkinson.
Come se non bastasse uno studio pubblicato nel 2008 su Psychopharmacology (Kulkarni SK et al, Psychopharmacology (Berl). 2008 Sep 3 epub ahead of print) ha dimostrato che questo tubero ha anche proprietà antidepressive. In particolare si è studiato l'effetto che i curcuminoidi (il principio attivo contenuto nella curcuma) svolgono sul sistema nervoso centrale nella regolazione di due importanti neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, coinvolti nella modulazione degli stati emotivi.
Per chi come Eurosalus ha sempre sostenuto un forte legame tra sistema immunitario e sistema nervoso non c'è nessuna sorpresa nel rilevare che una molecola naturale di grande importanza nel regolazione delle cellule immunitarie possa svolgere un ruolo rilevante nel riequilibrio degli stati emotivi.
Oltre a definire in modo rigoroso il meccanismo d'azione responsabile dell'attività antidepressiva della curcuma, non diverso da molti principi attivi farmacologici, questo studio è di estremo interesse nel valutare le possibilità offerte dall'integrazione della curcuma nelle terapie antidepressive classiche. L'azione dei curcuminoidi è pienamente sinergica a quella degli antidepressivi chimici e permette di ottenere una migliore modulazione della concentrazione di serotonina e dopamina.
Questo non fa che confermare le potenzialità offerte da una medicina integrata che sappia affiancare alle terapie classiche quelle naturali bilanciando le possibilità di ognuna di essere in base alle esigenze del malato.
L'ultima meraviglia della curcuma? Il suo costo! Questo tubero è infatti un ingrediente fondamentale del Curry, uno dei condimenti più usati nella cucina orientale e in particolare nella cucina indiana.
Ognuno quindi, con un po' di fantasia culinaria, può beneficiare delle proprietà medicali di questa spezia eccezionale.
Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo ClinicoFragole, infiammazione e metabolismo: la frutta buona che fa bene
Le fragole hanno un alto contenuto di antiossidanti che le rende efficaci alleate nel controllo dei radicali liberi, dell'infiammazione generale e nella protezione del DNA.
Un'interessante analisi a proposito delle fragole è stata pubblicata da un gruppo di ricercatori italiani sulla rivista scientifica Food and Function.
Gli effetti delle fragole sono positivi soprattutto a livello metabolico, nella difesa da malattie come il diabete di tipo 2, il cancro, l'Alzheimer.
La funzione protettiva dell'alimento ha la sua azione in maniera generalizzata, così che altri effetti che ne derivano sono il dimagrimento, la riduzione dell'infiammazione generalizzata, la modulazione del sistema immunitario.
Altro che frutti dolci e pericolosi: ancora una volta l'analisi scientifica dimostra come sia il tutto a valere più della parte e come gli zuccheri contenuti nel frutto facciano poco quando sono messi all'interno dell'insieme "frutto fragola".
Le fibre, le vitamine, gli antiossidanti del frutto tipicamente "di stagione" riescono a creare un insieme di sana bontà in cui gli zuccheri che la fragola contiene si perdono, senza ritrovarsi.
Qualcuno obietterà di riempirsi di puntini mangiando troppe fragole. Tornare a mangiare le fragole si può: la reattività al frutto può essere curata attraverso una gestione dell'infiammazione generale e una buona dieta di rotazione.
L'utilizzo d'integratori come Curcuma o Ribilla può aiutare la gestione dello stato infiammatorio di base mentre con la dieta si agisce sia sulla riduzione della stessa che sulla rieducazione del sistema immunitario.
Micro-reintroduzioni in un ambiente a bassa infiammazione insegneranno di nuovo al sistema immunitario che la fragola può essere considerata un amico, ristabilendo un profondo e dimenticato equilibrio.
La relazione di amicizia col cibo, mantenuta, trovata o recuperata, è alla base di ogni percorso terapeutico proposto presso il Centro Medico SMA di Milano e fornisce le essenziali fondamenta a ogni cammino di crescita sana.
La fragola fa ben parte del percorso, aggiungendo forza, vitalità e salute oltre a una sana quota di saporita golosità.
Michela Speciani
Redazione EurosalusPERCHE' CHI MANGIA PRIMO E SECONDO NON INGRASSA?
Il primo, tipicamente pasta, risotto, zuppa, polenta, è un piatto
tipicamente ricco dei carboidrati che vengono dai cereali o dalla
verdura cotta.
Se mangiare solo il secondo con del contorno vegetale può essere vantaggioso in termini metabolici, limitarsi al primo carboidratico senza associarvi le proteine del secondo stimola ingrassamento e infiammazione.
Mangiare solo carboidrati provoca nel sangue un rapido aumento degli zuccheri, che per essere riportati alla normalità necessitano di un'ampia secrezione di insulina; tanto ampia, da riportare i livelli di zucchero nel sangue al di sotto di quelli di normalità.
Ecco allora che relativamente poco dopo il pasto solo "zuccherino" insorgono nuova fame, irritabilità, mal di testa e altro.
La massiva secrezione d'insulina inoltre predispone al diabete senile (che sempre di più oggi è anche "dei bambini"), che viene dalla resistenza insulinica e, alla lunga, anche dall'esaurimento funzionale delle cellule che secernono insulina nel pancreas.
Far seguire alla pasta, al riso o alla polenta, delle proteine quali uova, formaggio, carne o pesce, limita la velocità di assorbimento degli zuccheri, modula la librazione di insulina e mantiene più sazi e in forma.
Ecco perché non limitarsi al primo e mangiare anche un secondo permette non solo il dimagrimento, ma anche di vivere meglio e più in salute.
L'alternativa al primo e secondo è ovviamente un secondo con una buona dose di vegetali come contorno oppure un primo che faccia da piatto unico, come delle lasagne integrali ricche di un buon ragù proteico, una pizza con tanto formaggio o una gustosa pasta col pesce.
Se mangiare solo il secondo con del contorno vegetale può essere vantaggioso in termini metabolici, limitarsi al primo carboidratico senza associarvi le proteine del secondo stimola ingrassamento e infiammazione.
Mangiare solo carboidrati provoca nel sangue un rapido aumento degli zuccheri, che per essere riportati alla normalità necessitano di un'ampia secrezione di insulina; tanto ampia, da riportare i livelli di zucchero nel sangue al di sotto di quelli di normalità.
Ecco allora che relativamente poco dopo il pasto solo "zuccherino" insorgono nuova fame, irritabilità, mal di testa e altro.
La massiva secrezione d'insulina inoltre predispone al diabete senile (che sempre di più oggi è anche "dei bambini"), che viene dalla resistenza insulinica e, alla lunga, anche dall'esaurimento funzionale delle cellule che secernono insulina nel pancreas.
Far seguire alla pasta, al riso o alla polenta, delle proteine quali uova, formaggio, carne o pesce, limita la velocità di assorbimento degli zuccheri, modula la librazione di insulina e mantiene più sazi e in forma.
Ecco perché non limitarsi al primo e mangiare anche un secondo permette non solo il dimagrimento, ma anche di vivere meglio e più in salute.
L'alternativa al primo e secondo è ovviamente un secondo con una buona dose di vegetali come contorno oppure un primo che faccia da piatto unico, come delle lasagne integrali ricche di un buon ragù proteico, una pizza con tanto formaggio o una gustosa pasta col pesce.
Attilio Speciani, Allergologo e Immunologo Clinico
sabato 25 aprile 2015
MAI SMETTERE DI LOTTARE PER I PROPRI SOGNI
.......Nessuno di noi puo' farcela da solo. Se sei arrivato/a in questo blog forse non e' per caso...nulla capita per caso.
Sono qui per darti il mio aiuto! SCRIVIMI un messaggio privato, anche fosse solo per fare quattro chiacchere insieme :)
SE LORO CI SONO RIUSCITI, PUOI FARCELA ANCHE TU!
PUOI ANCHE TU INIZIARE LA TUA....
TRASFORMAZIONE!
Appartieni anche tu al grande grupo di persone che in un momento della vita decidono di mettersi a dieta. Secondo gli esperti, 6 donne su 10 si sottopongono a una dieta per perdere i chili di troppo e la percentuale degli uomini e' in crescita. Di tutte queste persone molte ci hanno provato piu' di una volta senza raggiungere il fine desiderato. Cominciare una dieta e lasciarla a meta' del cammino e' all'ordine del giorno.
LA NOIA
LA MANCANZA DI MOTIVAZIONE
L'IMPAZIENZA
fanno si che un buon numero di persone cedano prima di finirla.
Non si fa altro che sentire le solite SCUSE:
AVEVO TROPPA FAME
NON POTEVO MANGIARE QUELLO CHE VOLEVO
NON AVEVO VOGLIA DI PESARE GLI ALIMENTI
Sono frasi molto usate per GIUSTIFICARE atteggiamenti sbagliati. Se non si dimagrisce, il piu' delle volte e' perche' non si segue la dieta come previsto!
IL NOSTRO PROGRAMMA NON TI ANNOIERA', VERRAI COSTANTEMENTE MOTIVATA E SUGUITA DALLA TUA COACH PERSONALE E NON DOVRAI NE PESARE GLI ALIMENTI NE CONTARE LE CALORIE. QUINDI, NON AVRAI PIU' SCUSE.
NOI TI DAREMO LA SOLUZIONE DEFINITIVA CHE STAI CERCANDO!!!!
RIEMPI IL MODULO DI CONTATTO E INIZIA SUBITO IL TUO PROGRAMMA.
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